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 segue RECENSIONE RENO BROMURO - PER UN'ARTE MAGGIORE -

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MessaggioTitolo: segue RECENSIONE RENO BROMURO - PER UN'ARTE MAGGIORE -   segue RECENSIONE RENO BROMURO - PER UN'ARTE MAGGIORE - Icon_minitimeVen Apr 25, 2008 8:38 am

clementina elena vecchi (aka wagena)
“per un’arte maggiore”





PAG 2


L’Arte maggiore di Elena Vecchi si può dire che è raggiunta con l’afflato che ha creato tra l’Io creativo e il Sé razionale analizzando i versi dettati dall’Io creativo, come lo Psicologo il paziente.
«La donna
è sempre donna e madre
vuole amare un respiro
che non sia il suo
vuole dormire l'altrui sonno
vegliando
l’assenza o la presenza».
Spesso i Poeti chiedono a se stessi spiegazioni sulle caratteristiche e qualità delle loro esperienze. In questi casi, spesso si rispondono che si possono vivere momenti che dimostrano consapevolezza diretta acquisita sia mediante il dettato dell’Io creativo come illuminazione spontanea, sia mediante esercizi di concentrazione, dopo essere riusciti ad eliminare il conflitto tra l’Io e il Sé. Questa esperienza, la stessa del Poeta Elena Vecchi, è detta esperienza superiore perché in questi casi ha esposto al giudizio del Sé ciò che l’Io creativo le aveva dettato, distinguendo l’Io creativo dal Sé razionale come individui distinti e separati dagli altri interessi creativi, perciò spesso prova un senso di solitudine, anche se l'esperienza fatta dà un senso di libertà,di espansione, di comunicazione con gli altri.
«Una madre
veglia un respiro nella notte
poggia la mano sul cuore
ascolta i battiti del suo bambino
non dorme
se lui non dorme»
Tutto è avvenuto perché la sua volontà è stata la funzione più strettamente collegata con l'Io e il Sé, a differenza della concezione tradizionale della volontà, Ella ha tenuto conto delle motivazioni inconsce messe in luce dalle indagini poetiche ed esperienze umane:
«Una madre
veglia un respiro nella notte
poggia la mano sul cuore
ascolta i battiti del suo bambino».
Perché pur lottando per risolvere di superare il conflitto tra l’Io e il Sé non ha escluso mai l'esistenza di una volontà cosciente e autonoma.
In questo caso è opportuno ritenere che il Poeta Elena Vecchi, è dotata di una "volontà super-conscia", cioè una volontà che opera da un livello di cui il Sé razionale riconosce all’Io creativo una volontà inconscia, che volgarmente continuiamo a chiamare “ispirazione”. Naturalmente, tutto ciò di cui l’Io è cosciente, ma non consapevole della lotta che dovrà affrontare con il Sé, per veder brillare di luce propria l’opera d’Arte maggiore.
Ritengo che, ogni volta la parola "superconscio" non può sempre indicare l'inconscio superiore. Sotto questo punto di vista, è interessante notare che:
«Mani snodate e dita affusolate
a contatto con l'Organo
strumento sacro dagli alti e bassi
corpo sonoro col principio del flauto
canna labiale d'anima tra bocca e piede
senza fine il fiato»
la persistente resistenza e l’affermazione o negazione dei valori da parte di molti Poeti possano essere spiegate storicamente.
A questo punto, bisogna prendere in esame ciò che riguarda gli aspetti superiori della personalità del Poeta i cui versi possono essere inclusi nella categoria di "concezione del mondo" o "filosofia della vita". Se prendiamo come esempio uno dei personaggi di Molière, Monsieur Jourdain,ci rendiamo conto che “aveva espresso in Arte tutta la sua vita, ma non se ne era reso conto fino a quando il suo professore non glielo disse”; così avviene per ogni artista che crede nella sua Arte Maggiore: ognuno ha una visione o concezione della vita che potrebbe essere definita la loro "filosofia". Qualche volta ne sono coscienti; spesso è implicita, ma non è facile far affiorare alla coscienza, ciò che il Sé razionale, usando la terminologia di Freud, vorrebbe annullare il "preconscio".
Elena Vecchi è cosciente, dopo aver analizzato i suoi versi e realizzato ciò ch’Ella desidera, che l'opera d'arte che ha realizzato è una struttura viva, perché vibrante della sua sensibilità; sa che “la conoscenza artistica si differenzia nettamente dalla conoscenza filosofica perché non è logico-dialettica; si differenzia dalla conoscenza scientifica: la scienza analizza, la poesia intuisce. Diversa è la conoscenza del poeta da quella dello scienziato e del filosofo. Il chimico considera le cose nella vicenda dei loro elementi costitutivi, lo storico nei loro avvenimenti, attraverso le varie epoche di cui furono testimoni; il matematico nei loro rapporti numerici di peso e di misura; il filosofo disincarna il pensiero dalle contingenze spazio-temporali. Il Poeta trasfonde la sua spiritualità nelle cose, materializza il suo pensiero di elementi caduchi e li trasfigura: egli ama questo suo mondo con la passione dell'amante, l'ama col sentore dell'infinito e dell'eterno. Il filosofo risale alle cause prime, alle ragioni ultime, si eleva verso la verità pura, il mistico verso la divinità; ma l'artista, grande sacrilego, dissolve la sua anima nelle cose, le scuote e le sublima con forza demiurgica, facendole vibrare di spiritualità: in lui si accumulano le aspirazioni, la storia di secoli, il dramma di generazioni; l'arte diviene voce ed espressione della storia, delle varie civiltà. Di qui la potenza emotiva e l'universalità dell'arte: vi è in essa una compenetrazione di tempi”.
Una concezione della vita nell’Arte include inevitabilmente una serie di valori, e quindi è inevitabile prenderli in considerazione e il Poeta lo sa e lo canta usando un linguaggio appropriato al suo livello culturale universalizzandolo affinché sia patrimonio di tutti. Sebbene l’Arte poetica di Elena Vecchi sia stata sottoposta ad analisi approfondita per creare il connubio tra l’Io creativo e il Sé razionale per raggiungere l’obiettivo prefissato, risulta sempre un pioniere della ricerca scientifica del verseggiare, non paga fino a quando non avrà messo in rilievo il proprio intendere l’Arte poetica, perché:
«sarà per questo profumo di annunciata morte
che spaura
sarà perché il viale della memoria
è percorso da brividi di petali sparsi
sarà perché il cancello ha gli orari del buio
sarà per questo
che piove il tempo»

Bibliografia: C. L. Musatti,[i] Trattato di psicoanalisi, Torino, 1967; F. Fornari, Nuovi orientamenti della psicoanalisi, Milano, 1967; A. Freud, L'Io e i meccanismi di difesa, Firenze, 1968;D. Rapaport, Affettività e pensiero nella teoria psicoanalitica, Milano, 1972; M. David, Letteratura e psicanalisi, Milano, 1975; R. Bromuro, La totalità dell’esistere nella poesia di Giuseppe Selvaggi ed altri saggi, Catanzaro, 1994.

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( Recensione pubblicata su Versi& Prosa , su Poetilandia , su Fatti e Poesia m.17)
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