Reno Bromuro ha lasciato questa Terra nel giugno 2009
Tutti coloro che lo hanno conosciuto per le sue Opere e per il suo amore
verso tutto e tutti, non lo dimenticheranno mai.
Egli è vivo nelle sue parole, nei pensieri e nelle recensioni che ha rivolto
a tutti coloro , sconosciuti e non, nei quali ha intuito quella che egli
egli definiva ''un'arte maggiore''. Ciao Reno
Stralcio di un profondo pensiero da "Dove vai Poesia" - pubblicato da Partecipiamo.it
La Poesia comprende il più vasto irraggiamento possibile: il vasto regno
dell’ideale e del sogno che si estende oltre il mondo della realtà, oltre
la sfera dell’azione; e non può risolversi in puri concetti etici perché
non ha bisogno di uscire da se stessa.
Non è l’Aurora della conoscenza che precede il meriggio; la conoscenza
artistica non consiste nelle percezioni di Leibniz.
"Il Poeta – afferma De Sanctis – deve essere immediato e sintetico
come il popolo". L’opera d’arte è una struttura viva, perché vibrante
della sensibilità dell’artista.
La poesia, non finge le condizioni dell’Assoluto, ma le cerca
trasfigurando il sensibile.
Il Poeta sente condensarsi nella sua anima la cosmicità per cui
il particolare che egli rappresenta ha caratteri universali, pur essendo
dettagliatamente definitoe precisato. Il Poeta apre gli occhi dentro
e fuori di sé; quando il suo sguardo diviene oltremodo visivo, quando
il suo udito si fa ultrasensibile tutto si animaintorno a lui.
Il Genio è tale quando precorre i tempi!
Ricordiamoci che Gian Battista Vico afferma che, la fantasia parla
al Poeta quando l’animo è turbato e commosso
e poiché la maggior commozione dell’anima si ha allorché questa
è colpita dal dolore, evidentemente è appunto il dolore la più grande
sorgente della Poesia.
A mio avviso dobbiamo fare in modo che la porta della sincerità
e dell’educazione si apra se vogliamo il bene dell’arte, in questo modo
gli internetiani acquisterebbero la sicurezza di non spendere soldi
dallo psichiatra.
Difendi la Poesia che tra tutte le arti è la più pura ed essendo tale ne
esce sempre con le ossa rotte; ignora i signori X, relegandoli nel proprio
angolo a rovinarsi anche il fegato oltre la milza già andata.
Il cambiamento non sarà subitaneo, perché, se è vero ciò che afferma
Giambattista Vico che «è il dolore la più grande sorgente di poesia»,
dobbiamo necessariamente supporre che il Vate è l'essere più infelice
della terra e non va preso in giro, o ingiuriato, o deriso proprio perché
è colui che si fa capro espiatorio di tutti i mali della terra.
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