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La speranza è il peggiore dei mali, perchè prolunga il tormento degli uomini - Friedrich Nietzche -

 

 LOBOTOMIA

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Clementina Elena Vecchi
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Clementina Elena Vecchi


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MessaggioTitolo: LOBOTOMIA   LOBOTOMIA Icon_minitimeGio Ago 21, 2008 9:43 pm

LOBOTOMIA Cervelloooooo
Comprò il bisturi e le bende nel negozio di forniture sanitarie davanti all'Ospedale. Il flacone di Novocaina invece, dovette rubarlo nel reparto Ortopedico. Con quella preziosa refurtiva si allontanò in fretta, aveva l'ansia di mettere in atto i suoi propositi.
Passò al reparto bricolage del Fai-da-te e comperò gli altri attrezzi che servivano per tagliare e divaricare.
.
Arrivò a casa che era quasi sera, e si mise subito all'opera. Prese la lampada a braccio e la avvitò sullo schienale della seggiola.
Poi posizionò la seggiola davanti al grande specchio. Prima di sedersi prese gli tutti gli attrezzi e il pennarello rosso.
Rimase a lungo a guardarsi dopo aver tagliato i capelli e aver passato il tosatore sul cranio, che adesso era lucido come una biglia.
Non si riconosceva quasi, sembra incredibile come i capelli possano cambiare la fisionomia di una persona.. Ma lo sguardo era il suo, penetrante, deciso, consapevole.
.
Faceva molto caldo quella sera e non poteva nemmeno azionare il ventilatore, l'aria avrebbe potuto ostacolare le operazioni, il minimo errore sarebbe stato fatale.
Ma anche il caldo avrebbe potuto fare danni, aumentando l'afflusso di sangue. Così prese dal freezer i cubetti di ghiaccio e costruì una sorta di canotto-turbante-refrigerante. Se lo annodò attorno al capo, proprio al di sotto della linea rossa che aveva tracciato davanti allo specchio.
Poi cominciò a spruzzare Novocaina sulla parte, che divenne insensibile.
Si punzecchiò più volte, non sentiva niente.
Allora procedette a disinfettare. Doveva fare presto, l'azione anestetica non sarebbe durata molto. Cominciò a tagliare con il disco...
.
zzzzzzzzzzzzzzzzzzinnnnnnnnnn
zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzinnnnnnnnnnnnnnnnnnn
zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzinnnnnnnnnnnnnnn
.
non sentiva dolore , ma la vibrazione rintronava nelle orecchie, fastidiosa.
.
Il sangue cominciò ad uscire copioso, scivolava sotto la banda refrigerante e colava lungo il corpo sino a terra, dove formò una pozza perfettamente circolare.
.
La calotta cranica era aperta, bisognava solo alzarla e puntellarla con le pinze speciali.
Così fece, molto delicatamente...e fu come se avesse aperto una porta chiusa a chiave da sempre.
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Il cervello era tutto esposto, ben visibile, pulsante, affascinante.
.
Il sangue aveva smesso di colare, aveva preso una buona dose di antiemorragico nei tre giorni precedenti.
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Il lobo destro , il lobo sinistro, e tutti quei meandri, ciascuno con una appropriata funzione. Guardò il disegno posto sul cavalletto, dove aveva segnato con un circoletto la zona da resecare.
.
Aveva disinfettato tutti gli attrezzi, il bisturi luceva come un diamante alla luce della lampada. La mano tremava un poco, si fermò. Fece un grande respiro, chiuse gli occhi , mentre tra sè e sè continuava a ripetersi
.
DEVO
devo
devo
devo
.
Andò quasi in trance e quando li riaprì, quegli occhi non parevano nemmeno più i suoi, parevano quasi disumani, ardenti, lucidi, tanta era la ferrea volontà che li accendeva , come di chi sta per compiere un atto da tempo dovuto. La mano ora non tremava più, era ferma come quella di un esperto chirurgo.
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Tagliò rapidamente quella parte, non sentì alcun dolore, solo un gelido brivido lungo la schiena.
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Era non più grande di un centimetro, ma quanto dolore aveva causato!
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La tenne tra le dita e la guardò per un interminabile secondo, nell'indecisione di cosa farne. Metterla in formalina? Divorarla? No, avrebbero potuto fare danni quelle cellule aliene, aggrapparsi, incunearsi da qualche parte come un cancro. Calpestarla? Schiacciarla? Spappolarla? Distruggerla? Bruciarla?
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La mise da parte su una garza, ORA doveva pensare prima di tutto a richiudere la calotta cranica.
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Il posto vacante nel cervello era già stato rimpiazzato da altre parti cerebrali che si erano allargate , trovando più spazio.
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Chiuse il coperchio e lo graffettò accuratamente. La guarigione sarebbe stata rapida, aveva tante di quelle piastrine già accorse in loco a rimediare.
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Si spruzzò ancora un po' di Novocaina e procedette al bendaggio, togliendo prima la calotta refrigerante zuppa di sangue ormai rappreso.
Indugiò ancora davanti allo specchio e un sorriso di soddisfazione si stampò sul suo volto.
.
Stanotte dormirò, pensò.
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Poi prese quel pezzetto grumoso e lo buttò nel cesso, eliminarlo era la cosa migliore e quello era proprio il posto giusto , si disse, sarebbe andato a tenere compagnia agli stronzi.
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Azionò lo sciacquone per ben tre volte... non si sa mai ...che se lo fosse ritrovato a galleggiare la mattina dopo.
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